
Il poeta plurimo.
Premessa
Trattare un poeta dell'importanza e della mole di Fernando Pessoa necessiterebbe di più di una sola premessa. Tuttavia il motivo di questa precisa premessa ne esclude la presenza di una qualsiasi altra poichè, proprio per l'importanza e la mole del personaggio in questione mi sono proposto di spezzare a più riprese il ritratto del Poeta, e di proporvelo quindi sotto forma di un percorso diviso per argomenti seguendo la cronologia biografica di Pessoa stesso. Spero, con questo lavoro, di poter avvicinare il lettore a questo gigante letterario, che possiede, certamente, un fascino ed una caratura unica in tutta la letteratura mondiale.
Un’adolescenza difficile
Il 13 Giugno 1888 a Lisboa nasce Fernando António Nogueira Pessoa. Figlio di un’infanzia difficile che nel 1893 gli porta via il padre, critico musicale, e nel 1894 il fratello minore. La madre conosce quindi un ufficiale della marina console a Durbans e lo sposa nel 1895. Il decennio seguente Pessoa lo vive in Sudafrica, allora una colonia inglese. Il sentimento dell’esilio dalla terra natia è qualcosa che il poeta sperimenta fin dall’adolescenza: si accorge ben presto di essere uno straniero in terra straniera. Tutti gli impieghi pubblici, riservati ai cittadini inglesi, gli vengono preclusi.Tenta di vincere una borsa di studio per l’Inghilterra, nazione ricca di ambizioni per il giovane poeta, ma il tentativo fallisce. Quindi nel 1905 torna in Portogallo dove si iscrive alla facoltà di Filosofia di Lisboa ma questa esperienza dura meno di un anno. A Lisboa Pessoa vive con una zia e sua nonna Dionisia, una figura molto importante per la sua attitudine alle discipline umanistiche, in particolar modo alla letteratura e alla poesia. Nel 1907 Dionisia muore lasciando al poeta una piccola eredita con il quale egli tenterà di aprire una tipografia («Empresa Ibis») senza però trovare troppa fortuna. Nel 1908 Pessoa ha vent’anni, va a vivere in una camera in affitto e diventa corrispondente commerciale per l’estero ( l’odierno traduttore per imprese) ed inizia a firmare i suoi scritti con l’eteronimo/pseudonimo « Alexandre Search ».
Alexandre Search, un percorso alla ricerca di sé attraverso il molteplice
Sebbene il piccolo Pessoa in Sudafrica avesse già composto qualche scritto, in particolare lettere che egli stesso si indirizzava, è con la figura di Alexandre Search che inizia un vero e proprio percorso verso la ricerca della propria identità. Il lavoro di corrispondente gli permette di sfruttare l’ottima conoscenza della lingua inglese, frutto del soggiorno a Durbans, e di coltivare l’assiduo interesse alla conoscenza del «tutto», in particolar modo nelle materie umanistiche. La comparsa di Alexandre Search, indicativa già dal nome ( «search», «ricerca» in inglese), rappresenta un punto di partenza fondamentale per il poeta. Inizia un’indipendenza economica sempre sofferta, un tentativo di affermazione a livello intellettuale che tarda a manifestarsi, ed ancor più un confronto con sé stesso approfondito e segnato dalla nascita degli eteronimi. Il concetto di «eteronimo» va distinto dal più diffuso e utilizzato concetto di «pseudonimo». Quest’ultimo infatti è una finzione, spesso letteraria, dietro la quale si nasconde l’autore di un determinato testo. L’eteronimia invece non è una semplice finzione artistica, bensì una funzione specifica e molto più dettagliata: quando Pessoa firma i suoi scritti con i nomi dei suoi eteronimi non è più Fernando Pessoa ad averli scritti, ma «qualcun’altro». Gli eteronimi di Pessoa sono vere e proprie spersonalizzazioni, personalità lontane anche anni luce da quella di sé medesimo, che emergono e manifestano attraverso l’arte il proprio stile, la propria intellettualità, il proprio credo, la propria persona. Tutti gli eteronimi hanno una bibliografia, con data di nascita e percorso di studi o di carriera, possiedono personalità e caratteri distinti e perfino sembianze differenti.
Dal punto di vista strettamente letterario ci troviamo dinanzi ad una coterie di autori distinti, riuniti principalmente sotto la guida di Alberto Caeiro, considerato da Pessoa stesso suo Maestro, di Ricardo Reis, raffinato poeta neoclassicista e di Alvaro de Campos, un dandy dallo stile intenso e sregolato. Fernando Pessoa, «Fingitore» per eccellenza della poesia contemporanea, si pone alla guida di queste personalità (oltre ad altri eteronimi o semi eteronimi minori) lasciando libero sfogo alle loro passioni, alle loro interpretazioni del mondo e della poesia. La sua genialità viene così canalizzata in queste distinte forme interpretative che gli permetteranno di esprimere stili e pensieri anche in contrasto fra loro. Sarà in gradi di conciliare un punto di vista non unitario, ma plurimo, fino al paradosso.
1912: Dal debutto su « A Aguia » al « Super Camoes »
Nel 1912 Pessoa debutta su « A Aguia », una rivista culturale portoghese che permetterà al giovane poeta di conoscere importanti intellettuali dell’epoca tra cui Pascoaes e Do Coimbra: il primo è un poeta che ipotizza una corrente Saudosista (da «saudade», nostalgia) di impronta nazionalistica, che mescola un sentimento nostalgico per i fasti passati portoghesi; inoltre sempre Pascoaes ipotizzava la nascita di una nuova religione miscellanea fra un cristianesimo popolare e un neo paganesimo di stampo portoghese.
Il secondo, Do Coimbra, è considerato da Pessoa uno dei più importanti filosofi europei. Il suo pensiero è di stampo intuizionista, derivante dalla scuola ideologica francese. Esprimerà il primato del mondo dello spirito sul mondo materiale, ed è anche da quest’aspetto che si può evincere l’importanza che la sfera spirituale troverà in Pessoa. Sempre lo stesso anno, nel 1912, Pessoa conosce anche un altro importante pensatore dell’epoca, Carlyle, che riprendendo la rivoluzione inglese promossa da Cromwell idealizzerà una figura poliedrica ( Re, Sacerdote, Poeta, Profeta) che avrà il compito di risollevare le sorti di una Nazione.
Per Pessoa questa figura diverrà il « Super Camoes » e la Nazione in questione il Portogallo.
Il Paulismo di «Paludi»
L’anno successivo, nel 1913, Pessoa viene allontanato dalla rivista appartenente al gruppo di « Reinasciensa Portoguesa » per un episodio poco felice, che tuttavia non allontanerà il poeta dall’ideologia culturale della rivista. Il 1913 è l’anno di «Paludi» o «Impressioni Del Crepuscolo», una poesia che vuole rappresentare il manifesto di una corrente poetica chiamata da Pessoa « Paulismo ». L’intento del poeta è quello di superare l’ideologia della corrente Saudosista di Pascoaes nonchè l’immaginario del neosimbolismo europeo. Lo stile ricorda l’ultimo nichilismo di fine ottocento, ricco di ossimori e paradossi che mettono in crisi il sistema simbolico e assecondano il disordine solo apparente della struttura enfatizzando o disincantando il ritmo:
Paludi
Paludi nello sfiorare ansie sulla mia anima in oro...
Rintocco lontano di Altre Campane...Scolora il biondo
grano nella cenere del tramonto...Corre un freddo
[carnale per l’anima...
Così sempre la stessa, l’Ora...Oscillare di cime di
[palma...
Silenzio che le foglie fissano in noi...Autunno tenue
d’un canto di vago uccello...Azzurro obliato in
[ristagno...
Oh, quale muto grido d’ansia mette gli artigli nell’Ora!
Che stupore di me anela ad altra cosa da ciò che
[piange!
Tendo le mani al di là, ma nel tenderle già vedo
che non è quello che voglio quello che desidero...
Cimbali di Imperfezione...O, tanta antichità
l’Ora esplulsa dal sé-Tempo! Onda di risacca che
[invade
il mio abbandonarmi a me stesso fino a venir meno,
a ricordare tanto l’Io presente che mi sento obliare!...
Fluido d’aureola, trasparente di Fu, vuoto d’aversi...
Il Mistero ha il sapore del mio essere altro...
[Chiardiluna sul non contenersi...
La sentinella è tesa...la lancia che configge nel suolo
È più alta di lei...Per cosa tutto questo?...Giorno
[piatto...
Rampicanti di sproposito che lambiscono d’Ora gli
[Oltre...
Orizzonti che chiudono gli occhi allo spazio in cui sono
[cerchi di errore...
Fanfare di oppi di silenzi futuri...Lontane carrozze...
Portoni visti lontano...fra gli alberi...così di ferro!
In questa prima poesia, scritta da Pessoa ortonimo, possiamo intuire un forte attrito nell’io del poeta. Il richiamo continuo all’Altro («...Altre Campane...» ;« ...Il Mistero ha il sapore del mio essere altro... ») mette in luce il palinsesto ideologico e caotico composto di paradossi e contraddizioni («...muto grido...» ;«... un freddo carnale... » ; «...Fanfare di oppi di silenzi futuri...») che caratterizza tutta l’opera di Pessoa. La sensazione della poesia è quella di un grido disperato che invece di esplodere verso l’esterno si chiude in sé, rimbomba, e l’eco che si crea diventa per l’autore un nuove sé, un modo per estendere il nulla al nulla: «... Orizzonti che chiudono gli occhi allo spazio in cui sono cerchi di errore... ». Lo stesso Ricardo Reis, eteronimo maggiore, parlerà di Fernando Pessoa come di un «gomitolo arrotolato dall’interno », un poeta chiuso nella molteplicità del suo Io, che invece di trovare un punto di contatto unitario con il proprio sé lo trovat attraverso il proprio sé, scoprendo numerose sfaccettature generate da un’implosione incontenibile dell’io verso la propria affermazione. Solo così si può spiegare la grandiosa proporzione della sua produzione artistica, le diffirenti e contrastanti ideologie che non potrebbero appartenere ad una singola persona, i differenti stili e modelli presi a riferimento. La necessità di essere tutto e la ricerca del nulla.
L’intersezionismo di «Pioggia Obliqua»
Nel 1914 Pessoa scrive una serie di poesie in versi liberi catalogati in numeri romani, intitolata «Pioggia Obliqua». L’anno successivo verrà pubblicata su «Orpheu», una rivista letteraria a cui Pessoa partecipa con grande entusiasmo. Con queste poesie nasce l’Intersezionismo.
Attraversa questo paesaggio il mio sogno di un porto
[infinito
e il colore dei fiori è trasparente di vele di grandi navigli
che salpano dal molo trascinando sulle acque quale
[ombra
le sagome al sole di quegli alberi antichi...
Il porto che sogno è cupo e pallido
e questo paesaggio è pieno di sole da questa parte...
Ma nel mio spirito il sole di questo giorno è porto cupo
e le navi che escono dal porto sono questi alberi al
[sole...
Liberato in doppio, mi sono abbandonato giù nel
[paesaggio...
E la sagoma del molo è la strada nitida e calma
che si eleva e si erge come un muro,
e le navi passano attraverso i tronchi degli alberi
con una orizzontalità verticale,
e lasciano cadere cime nell’acqua tra le foglie,una a una...
Non so chi mi sogno...
D’improvviso tutta l'acqua del mare del porto è
[trasparente
e vedo sul fondo, come una stampa enorme che vi
[fosse dispiegata,
tutto questo paesaggio, fila di alberi, strada che arde in
[quel porto,
e l'ombra di una nave più antica del porto che passa
fra il mio sogno del porto e il mio vedere questo
[paesaggio
e giunge vicino a me ed entra dentro di me,
e passa dall'altra parte della mia anima...
Nessun commento:
Posta un commento